Siamo entusiasti di condividere con voi alcuni spunti emersi durante il recente Creative Meetup organizzato nell’ambito del progetto “Finestra con Vista”, un’opportunità unica di incontro e condivisione in cui i partecipanti hanno condiviso i propri progetti personali e le proprie idee. Crediamo fermamente nell’importanza di ascoltare e condividere le diverse passioni e storie di ognuno, convinti che l’incontro di idee e racconti differenti possa contribuire a creare una rete di contatti sinergica e attiva.
Trovate di seguito, una riflessione di Loris Martino creatore del blog Meta Me.
Fare rete. Questo penso dovrebbe essere il mantra di tutte le varie associazioni e iniziative odierne, soprattutto se nascono per portare qualcosa di più nel panorama culturale. Devo constatare, ahimè, sia anche una delle condizioni sottovalutate da ognuna nel proprio intervento su un determinato luogo (o non-luogo), benché necessaria per renderlo veramente pragmatico. Ne ho avuto la testimonianza diretta frequentando molti ambienti differenti sia prima di trasferirmi a Torino che una volta iniziata l’università. Continuo spesso a notare un modo di agire distaccato dalle altre realtà. Forse perché non si vuole avere a che fare con altre linee di pensiero, in parte divergenti, o si crede di poter cambiare meglio la realtà da soli.
Comunque sia, è per cercare nel mio piccolo di arginare tale problema che ho partecipato al Creative Meetup del progetto Finestra con Vista, realizzato da AiCS Torino. Insieme a me erano presenti altre persone conosciute esternamente al progetto, intenzionate a esporre e raccontare la loro arte, e lasciarsi coinvolgere da quella altrui. Io ho mostrato alcuni articoli e un cortometraggio relativi al mio blog, Meta Me .
Molto più di un sito, in quanto è lo pseudonimo con cui ormai firmo i miei numerosi lavori. Arte, pensieri, scritti, racconti dei miei numerosi viaggi, cortometraggi, eccetera eccetera. Tutte forme di produzione diverse tra loro, ma accomunate nel loro messaggio dal voler rendere il futuro della nostra civiltà migliore. Lo stesso nome Meta Me, infatti, fra i suoi numerosi significati, ha quello di metamodernismo, un nome molto lungo per indicare il paradigma filosofico di questo inizio terzo millennio. E le molteplici forme di letteratura metamoderna, nel loro carattere interdisciplinare, frequentemente vengono caratterizzate da un impegno etico.
Un esempio nelle scienze umane è costituito dal post-umanismo filosofico e pedagogico, su cui ho focalizzato la mia presentazione durante il Meetup. Riportando quanto si legge in due degli articoli più recenti sul sito (1 e 2), il pensiero post-umanista fronteggia la posizione prioritaria che gli esseri umani si danno rispetto al resto dell’ecosistema. Spesso al punto di attribuirsi il diritto di disporne a proprio piacimento, con le conseguenze negative sempre più presenti nel nostro periodo storico, anche per la nostra stessa specie.
Successivamente, ho proiettato INSIGHT, un cortometraggio alla cui realizzazione ho preso parte, visto da molte persone che conosco, se non altro per la gioia provata quando ha vinto un premio al Milan Short Film Festival…
È fondamentalmente la storia di un amore ormai sull’orlo del collasso, che riesce a restaurarsi grazie alla forza dei due protagonisti nel fronteggiare una situazione di pericolo. Un simbolo di come nei momenti peggiori si possa trovare la forza di cambiare e creare legami più forti con le persone a noi care. Inoltre, è un chiaro esempio di una corrente artistica del metamodernismo, il neoromanticismo, mosso dall’idea di unire il finito e l’infinito, il reale e il surreale, in un’unica opera. L’avvenimento principale del cortometraggio può essere, difatti, visto alla stregua di una metafora del rapporto in crisi, soprattutto a causa di alcuni elementi inverosimili presenti nel suol momento di climax.
Credo che i significati appena esposti abbiano molto in comune con lo scopo del Meetup, e con l’obiettivo di creare ponti fra visioni del mondo anche diverse fra loro, come vuole la politica metamoderna. Per citarne uno, sono rimasto colpito dal progetto Okulars di uno dei presenti, incentrato sulla produzione di occhiali da sole ecosostenibili, per le sue affinità al mio discorso sul post-umanismo. In conclusione, vorrei ribadire quanto tessere reti fra i vari punti della cultura, in questo caso torinese, sia essenziale. Soprattutto nella nostra epoca in cui i punti sono molti e potenzialmente rilevanti, ma spesso posizionati in maniera randomica senza entrare in contatto l’uno con l’altro. INSIGHT lo mostra chiaramente: dall’unione possono nascere grandi cambiamenti, e non interessarsi alle connessioni nell’inseguire un determinato fine costituisce una grave mancanza. La cultura non si può solo costruire, va anche co-costruita.